Sara De Bellis

Citeroni e le “Storie di Cucina Marchigiana”: la nuova serie di Gambero Rosso e l’intervista allo Chef protagonista

Citeroni e le “Storie di Cucina Marchigiana”: la nuova serie di Gambero Rosso e l’intervista allo Chef protagonista

Marche, una e tante. Per raccontare la molteplicità di una regione al plurale, “Linfa” – l’Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche – e Gambero Rosso TV siglano assieme la prima serie dedicata alle “Storie di Cucina Marchigiana”. Sarà lo chef Daniele Citeroni Maurizi, offidano doc, il “cicerone d’eccezione” delle cinque puntate pensate per svelare le caratteristiche delle cinque province marchigiane in cinque stili rappresentativi di cucina. Attraverso un pot-pourri di luoghi iconici e aneddoti storici, produttori virtuosi e produzioni tipiche, piatti iconici e enogastronomie identificative conosceremo meglio questa piccola grande porzione d’Italia.

Classe 1978, offidano doc (Offida, Ascoli Piceno, Marche) Daniele Citeroni Maurizi incontra l’amore per la cucina molto presto grazie a un imprintg gastronomico familiare di alto livello e all’attento ascolto di un richiamo istintivo, che lo ha spinto ad approfondire da una parte storia delle abitudini alimentari marchigiane, dall’altra quella più segreta, mascherata dalla quotidianità, nascosta all’interno delle ricette più tipiche. Il suo percorso professionale lo vede confrontarsi con diversi contesti di ristorazione poi, forte del suo percorso, delle sue capacità e dei suoi perchè, nel borgo di Offida, apre Osteria Ophis.

Pochi tavoli, tanto cuore e tanta pancia, per raccontare le sue amate Marche e, più specificamente, la cucina del territorio del Piceno, sempre mantenendo in equilibrio l’approccio fedele e rispettoso per le tradizioni culinarie ascolane e la ricerca di un linguaggio contemporaneo, che porti in tavola eleganza e sostanza.

Tra le tante strade possibili percorse, Daniele, questa volta cambia veste trasformandosi da Citeroni in “Cicerone d’eccezione” passando dalla cucina al set e ritorno, per condurre lo spettatore alla scoperta del multiforme “territorio scrigno” delle cinque province marchigiana: Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.

Storie di Cucina Marchigiana“, così si chiama la serie, è un format firmato Gambero Rosso, ideato e voluto da Linfa – Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche – nel quale, attraverso un pot-pourri di luoghi iconici e aneddoti storici, produttori virtuosi e piatti identitari, cucina, mare, collina, campagna, montagna, borghi e città si incontrano per raccontare in forma dinamica le dominazioni, le tradizioni affastellate, i caratteri, i sapori, gli umori e le storie di questa porzione di terra italiana, singolare e plurale al contempo. Scopriamo di più di questa avventura con Daniele Citeroni Chef protagonista e Ambasciatore entusiasta della sua terra.

I Piatti di Osteria Ophis – Corso Serpente Aureo 54b Offida-AP

Com’é nato il progetto con Gambero Rosso?

Il progetto nasce da Linfa, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche specializzata nel settore agroalimentare e nella valorizzazione delle produzioni locali inserite nel contesto storico, culturale e ambientale, attraverso diverse strategie di comunicazione. Tra queste, è stata forte la volontà di realizzare un prodotto audiovisivo di divulgazione e promozione territoriale che raccontasse la nostra grande regione attraverso la mia figura.

Quali “Storie di Cucina Marchigiana” ci racconterai e qual è il taglio della serie?

Per raccontare le “Storie di cucina marchigiana” perchè abbiamo diviso la regione in cinque cucine identificative: cucina marinara, cucina mezzadrile, cucina signorile, cucina nomade e cucina monastica. Attraverso il supporto e la riceraca di docenti e storici, in queta ottica catalogativa, abbiamo scelto i luoghi più caratteristici e rappresentativi, ad esempio il Museo della Marineria Washington Patrignani di Pesaro per raccontare la cucina marinara del pesarese, dove la cultura di pesce non esisteva oltre l’acqua dolce e dove furono le famiglie venete ad importare la “pesca al mare”.

In quante puntate è articolata la serie?

Cinque puntate, per cinque province, per cinque cucine.

Com’é strutturata ogni puntata? Quali saranno i luoghi?

La struttura è semplice ed efficace, la prima metà della puntata è dedicata al racconto della provincia protagonista e della cucina rappresentativa del luogo con uno Storico o Docente . Dal Palazzo Buonaccorsi di Macerata al Museo della Marineria di Pesaro, passando per il Museo delle Arti Monastiche e “Le stanze del tempo sospeso” di Serra de’ Conti (An), o Torre di Palme, grazioso borgo che sorge nella collina marchigiana tra il fiume Tesino e il Chienti, in provincia di Fermo, zona mezzadrile, fino a Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, che apre la puntata sulla Cucina nomade, sono palazzi o luoghi iconici scelti per aprire le porte alle Storie di Cucina Marchigiana.

Dalla Storia, attraverso due produttori e le produzioni più iconiche, si passa poi alla conoscenza approfondita delle eccellenze territoriali più distintive, come la Mela Rosa e Pecorino dei Monti Sibillini, Norcineria, Piccola Pesca. Poi arrivo io, mi cambio e Vi porto in cucina (ridiamo) dove realizzo una ricetta tradizionale con lo stesso approccio che applico nel mio ristorante, ovvero rispettando i dettami della ricetta originale, la materia prima, riportandone il più possibile fedelmente il sapore antico in un linguaggio più attuale ed estetico.

Com’é stato il tuo approccio con il set?

Impattante! Sono state settimane intense, durante le quali subito dopo il servizio del pranzo, dalla cucina sono passato al set di colpo. Cambio d’abito e vai. Bel feeling sul set e con la troupe, non ho mai avuto problemi con la telecamera, nè a introdurre docenti e produttori, perchè nasco in mezzo alla gente; giusto lo schema dei tempi, le attese e le dinamiche delle riprese, quelli si, si sono fatti sentire!

Come hai gestito l’emozione?

Più che emozione la mia era una preoccupazione (ride). La preoccupazione di non riuscire al primo colpo, di sbagliare, di non dire le cose giuste al momento giusto. L’emozione vera e propria l’ho provata durante le riprese in piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, sotto gli occhi dei tanti che mi conoscevano e che mi osservavano, è stato un pò più complesso mantenere la concentrazione.

A proposito, quali sono state le difficoltà e quali le sorprese?

Le difficoltà è stata quella di mettere insieme tutti i tasselli, linguaggio, sguardo, azioni e reggere il puzzle ad ogni passaggio. Tra le sorprese, proprio quella di scoprirmi capace e di sentire molto spesso “buona la prima”.


Dopo il ciak, quanto peso hai dato all’improvvisazione e quanto al copione?

Il copione lo abbiamo gettato subito (ride). Abbiamo presto capito che seguire riga per riga per me non era il modo più efficace (ride ancora). Le uniche parti fisse, imprescindibili, sono state giustamente quelle dedicate all’apertura della puntata, all’accoglienza degli ospiti, ai saluti finali, per il resto “molto a braccio”.

Anche se, da un certo punto di vista, tu “vai in scena tutte le sere”, é più impegnativa una giornata sul set o una giornata in cucina?

Quella del set è una stanchezza diversa, oltre che fisica anche mentale, di concentrazione, di tempi tecnici. Ma mie le giornate in cucina possono essere “moooolto” più snervanti.

Qual é il piatto più rappresentativo della regione che hai preparato in questa prima serie?

Aver diviso le Marche in cucine fa si che ogni puntata custodisca prodotti iconici e che i racconti portino ad un piatto tipico; dal Brodetto pesarese ai Vincisgrassi di Macerata, passando per i Maccheroncini di Campofilone con sugo tradizionale, perchò con questo approccio abbiamo realmente reso protagonisti, scandagliato e raccontato i piatti-bandiera di ogni provincia delle Marche.

Il tuo luogo marchigiano preferito?

Casa mia! Ma è ovvio, oltre al legame con la provincia di Ascoli Piceno, apprezzo tutte le Marche. Anzi, io stesso grazie al programma, ho esplorato, viaggiato e approfondito nozioni su luoghi che ancora non conoscevo, palazzi in cui non ero mai entrato.

Qual è invece il “luogo comune” che hai sentito più spesso attribuire a questa terra?

Questa è una domanda che trova una risposta al di fuori di questo programma, al di fuori di questo progetto. “Marche nascoste; Marche in ombra; Non siete comunicativi; Siete poco vanitosi della vostra realtà”; però io credo che più che un luogo comune, questo dobrebbe diventare un incentivo a raccontare un luogo del quale, una volta raggiunto, si rimane innamorati per sua sostanza e autenticità e per quanta “non finzione” in tutti i settori ci sia, dall’agroalimentare, all’accoglienza passando per la ristorazione, dobbiamo solo farne tesoro.

Marche, una e tante, quante “serie” servirebbero per raccontarle tutte?

Molte, molte di più delle 14 stagioni di Masterchef o dei 25 chef’s table di Netflix! Anzi, se Gambero Rosso vuole, sarei perfino disposto a chiudere il ristorante e passare così i prossimi 50 anni, a racconatare le Marche e tutte le sue storie! (ridiamo)

Per adesso gustiamoci la prima serie di Storie di Cucina Marchigiana ufficialmente sugli schermi dal 7 gennaio 2025, tutti martedì in prima serata sul canale 257 del digitale terrestre Gambero Rosso TV. L’anteprima è prevista per Sabato 28 dicembre, alle ore 21.00 sul canale 133 di Sky. Con tanto di replica, Domenica 29 dicembre, alle ore 21.30. Per abbonarsi al Canale Gambero Rosso premere QUI e BUONA VISIONE!