Due giorni di haute couture tra giovani talenti e grandi firme: il 5 e 6 luglio la Capitale celebra la creatività sartoriale italiana in una cornice d’eccezione.
Sabato 5 e domenica 6 luglio, sotto le magnolie secolari di Villa Borghese, si accendono i riflettori su Forma Fashion Show ed Ensemble Atelier, due sfilate che raccontano l’anima profonda della moda capitolina: quella che coltiva i talenti e custodisce l’artigianato d’eccellenza.
Roma torna ad affermare la propria centralità nel panorama della moda con un doppio evento che promette eleganza, emozione e visioni sartoriali.
A firmare l’iniziativa, l’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, in collaborazione con la Regione Lazio. L’obiettivo è chiaro: sostenere i giovani stilisti e valorizzare quelle maison che, pur lontane dai riflettori dei grandi brand globali, rappresentano il cuore creativo della città.
Sabato: protagonisti gli studenti delle Accademie
Si comincia sabato 5 luglio con Forma Fashion Show, un progetto istituzionale giunto alla sua terza edizione. In passerella sfileranno le creazioni di studenti e studentesse delle cinque principali accademie di moda romane, in un’esplosione di visioni fresche e inedite. A condurre la serata, la showgirl Veronica Maya. Una celebrazione della formazione e del futuro della moda, che per la prima volta si sposta dalla suggestiva Piazza del Campidoglio al cuore verde di Roma.
Domenica: la grande moda rende omaggio a Roma
Il 6 luglio è la volta di Ensemble Atelier, evento clou del weekend, condotto dalla giornalista e conduttrice Giusy Meloni. Sette stilisti legati alla tradizione dell’haute couture romana renderanno omaggio alla città con capsule collection esclusive, pensate appositamente per l’occasione.
In passerella sfileranno le creazioni di:
Camillo Bona, che celebra 30 anni nell’Alta Moda con una femminilità sofisticata tra velluti e suggestioni anni ’30;
Luigi Borbone, con abiti ispirati a Paolina Bonaparte e una metamorfosi che si compie a cavallo tra storia e immaginario;
Franco Ciambella, che intreccia forme e materia in una collezione sospesa tra rigore e leggerezza;
Nino Lettieri, con la sua elegante “NINOIR”, dedicata alla potenza evocativa del nero;
Antonio Martino, che trasforma Versailles in una visione notturna, sensuale e ribelle;
Sabrina Persechino, con “Quadra”, un’ode al quadrato e alla geometria delle ville romane;
Jamal Taslaq, che fonde oriente e occidente in “Occirientale”, un ponte poetico tra Roma e il mondo.
A completare l’esperienza visiva, le mani esperte di Simone Belli per il make-up e il team capitanato da Sergio Valente per l’hairstyle, insieme a Intercoiffure Italia e al team del Premio Sergio Valente.
Moda, territorio e futuro: la visione delle istituzioni
«Vogliamo dare spazio ai giovani e valorizzare le imprese sartoriali che rendono grande Roma – spiega Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi –. Ensemble Atelier è un gesto d’amore verso le maison che scelgono Roma come vetrina della bellezza fatta a mano. E Forma Fashion Show è la dimostrazione di quanto crediamo nei nostri ragazzi e nella formazione.»
Parole condivise da Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio, che ha annunciato nuovi incentivi e fondi a sostegno dell’artigianato artistico e del settore moda, tra cui una sezione dedicata al fashion all’interno della nuova misura di venture capital da 100 milioni di euro per PMI e startup innovative.
Al Parco Schuster di Roma, il Gambero Rosso celebra il cibo di strada con una guida, una festa e una visione: quella di un’Italia che cambia, viaggia, si sporca le mani e scopre nuove identità.
C’è qualcosa di profondamente democratico e poetico nel cibo di strada. Si mangia in piedi, con le mani, a pochi euro. Non serve prenotare, non c’è dress code, eppure – spesso – il morso racconta più verità di mille piatti da degustazione. È il gusto senza fronzoli, ma con radici fortissime e orizzonti sempre più ampi. Un’Italia viva e in movimento, che il Gambero Rosso ha deciso di raccontare ancora una volta, con l’11ª edizione della Guida Street Food, presentata il 3 luglio a Roma nel cuore pulsante del Parco Schuster (Zona San Paolo).
Un appuntamento che è anche una festa: lo Street Food Village, aperto fino al 6 luglio, porta in scena il meglio della cucina da passeggio nazionale con show cooking, cocktail d’autore, stand e premi. Sul palco, i protagonisti veri di questa rivoluzione gustosa: paninari creativi, cuoche di quartiere, truck gourmet e giovani globetrotter che hanno scelto la semplicità come atto d’amore verso il cibo.
Dal trippaio al TikTok: lo street food cambia pelle, ma non anima
La guida 2026 recensisce 685 indirizzi sparsi lungo lo Stivale, con 121 novità e 20 campioni regionali. Un universo eterogeneo che mescola tradizione e contaminazioni globali, trippa e bao, porchetta e curry. Accanto a storiche botteghe di quartiere, crescono nuove realtà ibride, capaci di unire il know-how dell’alta ristorazione alla freschezza di una focaccia in strada.
E se nel 2013 tutto questo sembrava ancora una nicchia da appassionati, oggi i numeri raccontano un’altra storia. Secondo Fipe (2024), il settore della ristorazione veloce cresce a doppia cifra: +5,9% i fast food, +9,7% il food delivery. Ma più che le cifre, conta la narrazione. E oggi la narrazione passa (anche) da TikTok, Instagram, Reels e Stories.
Il programma degli eventi: una festa per tutti i sensi
Ogni sera, fino al 6 luglio, il Parco Schuster si trasforma in un palcoscenico gustoso e popolare. A partire dalle ore 20.00, il pubblico potrà assistere a showcooking e performance gastronomiche firmate Gambero Rosso TV:
Venerdì 4 luglio – Show Cooking con Marco Brioschi, resident chef della Gambero Rosso Academy;
Sabato 5 luglio – Cocktail Show a cura del bartender Julian Biondi;
Domenica 6 luglio – Show Cooking con Giorgio Barchiesi, in arte Giorgione.
Un’istantanea (gustosa) dell’Italia contemporanea
Questa guida non è solo un elenco di indirizzi: è una lente sul Paese. Racconta la geografia, il gusto, il cambiamento. Accende riflettori su chi ha trasformato il food truck in laboratorio creativo, e su chi porta avanti la storia di famiglia, fra arrosticini e salsicce. Racconta di giovani chef che lasciano le cucine stellate per tornare in strada, armati di padelle, cuore e libertà.
In fondo, lo street food è questo: libertà. Di scegliere, di sbagliare, di sporcarsi le mani e ridere con la bocca piena. È un’Italia meno patinata ma più sincera. E mai come oggi, vale la pena raccontarla così.
FOCUS GUIDA STREET FOOD
Street Food: anima pop della cucina italiana
Se la tavola racconta l’identità di un popolo, è nei vicoli e nelle piazze che questa storia si fa viva, concreta e condivisa. Il cibo di strada è da sempre espressione autentica di territori, riti e ingredienti poveri, oggi arricchiti da tecniche raffinate e contaminazioni cosmopolite. Un ponte tra generazioni e culture, che mette d’accordo giovani e anziani, gourmand e passanti distratti. Lo dimostrano anche i dati: negli ultimi anni la ristorazione veloce è cresciuta a ritmi sostenuti (+5,9% per i fast food, +9,7% per il delivery), con un prezzo medio di un panino che oscilla tra 1,90€ e oltre 5€, secondo il Rapporto Fipe 2024.
I nuovi nomadi e la rivoluzione dei food truck
A trainare il successo del settore non sono solo i numeri, ma i nuovi stili di vita. Nomadi digitali, turisti esperienziali e residenti metropolitani cercano sapori autentici e accessibili. Instagram, TikTok e blog di viaggio hanno reso virali code davanti a una focaccia ripiena, a un kebab artigianale o a una porchetta gourmet. L’Italia, con la sua biodiversità gastronomica, è un palcoscenico ideale per raccontare questo nuovo teatro del gusto.
Secondo Businesscoot (2025), il mercato globale dei food truck continua a registrare una crescita a due cifre. In Italia si stima un +7,4% annuo di nuove imprese. Cresce anche l’offerta itinerante: la guida 2026 dedica un’appendice ai migliori operatori ambulanti e truck food d’Italia.
Le novità della Guida 2026: radici, contaminazioni e creatività
Oltre alle 685 insegne recensite, la guida 2026 punta i riflettori su:
20 campioni regionali, da Palermo a Bolgheri, da Trieste a Lecce.
2 premi speciali: Street Food on the Road al food truck siciliano Il Vecchio Carro e Panino dell’Anno al Funghi Burger di Legs (Roma).
Uno speciale dedicato ai mercati rionali e urbani più iconici del Paese.
Un approfondimento sulle tendenze emergenti, come le proposte mediorientali sempre più protagoniste accanto a cucine asiatiche e latinoamericane.
Una fotografia dell’Italia che cambia… mangiando
Se da un lato la guida valorizza l’identità locale (trippai, norcini, fornai), dall’altro intercetta la spinta globale verso nuove contaminazioni. «Il cibo di strada è ancora oggi capace di restituire esperienze autentiche», spiega Pina Sozio, curatrice della guida. «Molte attività custodiscono un patrimonio storico inestimabile, altre dimostrano come la creatività sappia reinterpretare le cucine del mondo con grande qualità.»
E non è solo una questione di cucina: «La scelta di presentare la guida in una festa popolare – racconta Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII – sottolinea il valore culturale e sociale di questo comparto. È un’occasione per sostenere le imprese e condividere storie che meritano visibilità.»
I campioni regionali 2026:
Valle d’Aosta – Voilà Gastronomia – Pré Saint Didier
Piemonte – Festival Snack Bar – Bra
Liguria – Le Delizie dell’Amico – Genova
Lombardia – Totost – Milano
Veneto – Ai Do Leoni – Venezia
Trentino-Alto Adige – Il Pizzicagnolo – Mezzolombardo
Street Food on the Road: Il Vecchio Carro (Sicilia – Porchetta di Suino Nero dei Nebrodi)
Panino dell’Anno: Legs – Roma – Funghi Burger (bun al burro, crocchetta di funghi trifolati, coleslaw, salsa Legs)
Autentico, popolare, creativo. Il cibo di strada italiano continua a conquistare cuori (e palati) grazie alla sua capacità di raccontare l’Italia più vera, in ogni stagione e ad ogni latitudine. La guida Street Food 2026 non è solo una mappa del gusto, ma uno spaccato dell’Italia che si evolve attraverso il cibo.
Commenti recenti